ⓒ Paolo Porto
CREDITS
coreografia e spazio Virgilio Sieni
interpretazione Maurizio Giunti, Jari Boldrini
violoncello Naomi Berrill
musica Naomi Berrill (Dance Suite – Prelude; Journey, Silent Woods Suite – Oak and Sister Spring), Johann Sebastian Bach (Suite n. 3 in Do Maggiore, BWV 1009; Suite n. 4 in Mi bemolle Maggiore, BWV 1010)
luci Virgilio Sieni e Marco Cassini
allestimento Michele Redaelli
maschere animali Chiara Occhini
produzione Centro di Produzione della Danza Virgilio Sieni
in collaborazione con AMAT & Civitanova Danza, Galleria Nazionale delle Marche
con il sostegno di MIC Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze
Il danzatore getta il corpo nell’abisso del gesto dicendo sì alla vita
Può darsi che siamo stati raggiunti dall’insegnamento del gesto che irrorandosi con lentezza nel corpo lo forgia senza mai appropriarsene: si potrebbe dire che lo studio del movimento sottrae al quotidiano quelle posture che poi tornano sotto forma di un’altra lingua. Questo porsi sulla soglia, che potrebbe sembrare anche un rimbalzo quale restituzione di una cosa solo poco tempo prima sconosciuta, penso si possa definire, o accostare, al senso del gesto poetico: inappropriabile, attraversabile, non forma in movimento ma corpo che trascolora e, come una nebulosa auratica, si confonde tra lontananza e vicinanza, opera secondo un’attenzione rivolta all’immersione dello spazio, alla tattilità spaziale che ci comprende.
Il Satiro, come ci dice Nietzsche ne La nascita della Tragedia (1872) e per richiamo sapienziale Giorgio Colli ne La nascita della filosofia (1975), potrebbe essere colui che getta lo sguardo nell’abisso dicendo sì alla vita: non la notte ma la sua primavera.
I due danzatori dello spettacolo sono contagiati dall’interno, investiti dalla contemplazione rivolta al gesto simile, adiacente, simmetrico. Una danza per dermatoglifi che tracciano l’aria e una sintassi che sembra riferirsi all’embrione del gesto che incontra il suo simile riconoscendolo diverso e amico.
Pescano dal fondo del gesto per inscrivere forme d’intesa e di empatia che si aprono a una disposizione musicale, le danze segnano lo spazio della materia inebriante che parla con il corpo. Il mondo quotidiano qui prende il largo e si separa dal gesto enigmatico che esplode tra il dionisiaco e l’apollineo. Ancora una volta la danza si presta a laboratorio della vita, affronta azioni disperate, titaniche, si pone sulla soglia con atteggiamento vigile, mantico, divinatorio. Ma è essa stessa scienza dello stare, specchio di risonanze e richiami cognitivi.
Virgilio Sieni
SATIRI (SATYRS)
It may be that we have been swayed by the teaching of the gesture which, slowly pervading the body, forges it without ever usurping it: we might say that the study of movement draws postures from everyday life that then return in the form of another language. This being on the threshold, which might seem a sort of rebound, the return of something that was until just a short time ago unknown, might, I think, be defined as, or compared to, the sense of the poetic gesture: non-appropriable, penetrable, not form in motion, but body that morphs and, like an auratic nebula, seems indeterminately near and far, and works with attention focused on immersion in the space, and on the spatial tactility that comprises us.
The Satyr, as Nietzsche wrote in The birth of Tragedy (1872) and as Giorgio Colli recalled in The birth of philosophy (1975), could be he who looks into the abyss saying yes to life: not night, but its springtime.
The two dancers in the show are infected from within, struck by contemplation of a similar, adjacent, symmetrical gesture. A dance of dermatoglyphs that trace the air, and a syntax that seems to refer to the embryo of the gesture encountering its fellow gesture and recognizing it as both different and friend.
Reaching deep down into the gesture to inscribe forms of understanding and empathy that open up to a musical disposition, the dances mark the space of intoxicating matter that speaks with the body. Here, the everyday world sets sail and breaks away from the enigmatic gesture that explodes into something Dionysiac and Apollonian. Once again, dance becomes a laboratory of life, deals with desperate, titanic actions, stands on the threshold with a vigilant, mantic, divinatory approach. But it is a science of being, a mirror of resonances and cognitive clues.
Virgilio Sieni
TOURNÉE
CIVITANOVA MARCHE, Teatro Annibal Caro, sabato 23 luglio (prima assoluta)
SEGESTA,Teatro Antico, Segesta Teatro Festival 2022, venerdì 26 agosto
BOLOGNA, Festival Danza Urbana, sabato 10 settembre 2022
POTENZA, Festival Città delle Cento Scale, sabato 1 ottobre 2022
FOLIGNO, Umbria Factory Festival, mercoledì 5 ottobre 2022
PALMI, Teatro Antonio Manfroce, Festival Ramificazioni, domenica 18 dicembre 2022
LASTRA A SIGNA, Teatro delle Arti, venerdì 3 febbraio 2023
ROMA, Teatro Palladium, Stagione Orbita 2023, venerdì 10 febbraio 2023
VAIANO, Villa del Mulinaccio, venerdì 3 marzo 2023
TRIESTE, Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia, giovedì 30 marzo 2023
TRIESTE, Teatro Stabile Friuli Venezia Giulia, venerdì 31 marzo 2023
CECINA, Teatro Eduardo de Filippo, sabato 22 aprile 2023
PALERMO, Festival Conformazioni, Teatro Biondo, 26 aprile 2023
CATANIA, Fic Festival Scenario Pubblico, 10 maggio 2023
ROVERETO, Museo Mart, 12 maggio 2023
NARNI, Festival NarniCittà Teatro, 18 giugno 2023
RUVO DI PUGLIA, Festival Le Danzatrici en plein air, Nuovo Museo Archeologico, 23 giugno 2023
CATANZARO, Museo Marca, 30 giugno 2023
MACERATA, Palazzo Buonaccorsi, 2 luglio 2023
SANSEPOLCRO, Kilowatt Festival, 12 luglio 2023
MESTRE, Festival Venere in Teatro, 14 settembre 2023
ROMA, Castel Sant’Angelo, Festival Sotto l’angelo di Castello, 21 settembre 2023